"Il numinoso"
BUILDING, Milano

a cura di Giorgio Verzotti
27 ottobre  - 28 gennaio 2023

TUTTO IL SACRO DI CHIARA DYNYS
L’artista indaga il concetto di Sacro nell’ambito della grande collettiva Il Numinoso curata da Giorgio Verzotti, dal 27 ottobre presso BUILDING.

BUILDING presenta dal 27 ottobre 2022 al 28 gennaio 2023 la mostra Il Numinoso a cura di Giorgio Verzotti, un progetto espositivo che indaga il senso del Sacro nell’Arte contemporanea attraverso una selezione dei più importanti nomi del Novecento, fino alle tendenze più recenti. Chiara Dynys si unisce quindi, tra gli altri, a Vincenzo Agnetti, Stefano Arienti, Gino De Dominicis, Jannis Kounellis, Maria Lai e Piero Manzoni nella grande rassegna che riunisce pittura, scultura, fotografia, arte tessile, disegni e installazioni. Il percorso espositivo si arricchisce inoltre di un approfondimento dedicato al tema del sacro nei tessili antichi presso la Galleria Moshe Tabibnia.
Rifacendosi al termine “Numinoso”, concetto che Rudolf Otto definisce come "una presenza extra-razionale, invisibile, potente al punto da incutere terrore e a un tempo da affascinare.”, Chiara Dynys interpreta il confronto con l’Assoluto e presenta tre sculture che rappresentano una porta semitrasparente, colorata, traslucida che non permette di vedere oltre, reinterpretando il desiderio di andare alla ricerca dell’Altro, in unione tra volontà di conoscenza e speranza.
Chiara Dynys è orgogliosa di unirsi a questa grande mostra che vuole essere anche, e forse soprattutto, un omaggio all’Arte italiana, dal secondo dopoguerra ad oggi.

Nell’ambito del mio percorso più che trentennale che, con diversi materiali e forme, usando spesso anche le parole, ha sempre reiterato il concetto di passaggio e di attraversamento, ho incontrato e analizzato il tema del sacro, certamente usando sempre la stessa struttura linguistica: il cono ottico da percorrere con l’immaginazione o anche fisicamente. Ed ecco che in questa importante mostra intitolata Il Numinoso io esprimo il concetto di sacro esponendo una scultura che rappresenta una porta. Una porta semitrasparente, colorata, traslucida ma che non permette di vedere oltre. Solo l’apertura della porta è la via attraverso cui passa il nostro occhio, e metaforicamente tutto il resto del nostro corpo. Vogliamo attraversare la soglia, vogliamo andare al di là, e così facendo stabiliamo una divisione dello spazio che di fatto è una divisione di conoscenza: al di qua ci troviamo in uno spazio conosciuto e controllato, al di là della porta tutto è incognito. Ma è per questo che vogliamo raggiungerlo: non tanto per omologarlo a quanto è già conosciuto, ma per la speranza che l’al di là sia migliore. Ecco allora che andare oltre la soglia significa almeno: a) volontà di conoscenza, b) speranza. In questo senso la scultura diventa qualcosa di attraente e misterioso: i colori in cui è realizzata, e il materiale – vetro -, sono tranquillizzanti, dolci, chiari, ma la forma è storta, e la porta è stretta. E’ un cataclisma che ne ha spostato l’asse in tempi immemorabili, o è stata concepita così, con quel leggero disequilibrio che suggerisce forse un po’ di pericolo o di difficoltà nell’adattare le nostre fattezza a quella forma? Passare attraverso quella porta, cosa indispensabile anche solo guardando la scultura, significa adattarsi, significa cambiare, significa volerlo fare e farlo, altrimenti non si riesce a entrare. Così è un lungo percorso quello che ci ha portato lì di fronte: il percorso della nostra esistenza e l’atto finale è, o dovrebbe essere, passare per la “porta stretta”.

 




Chiara Dynys, Giuseppe’s Door
Chiara Dynys, Giuseppe’s Door
Chiara Dynys, Giuseppe’s Door

Chiara Dynys

 

 

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20123, Milano
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